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La parola del curatore

 

Il 24 settembre 2011 è stato inaugurato presso Casa Mazza, dopo un lungo periodo di riflessione e di appassionato lavoro, il museo che le Piccole Apostole della Scuola Cristiana hanno voluto dedicare alla loro Fondatrice e all’Istituto stesso.

 

Ai lettori più attenti alla cronaca cittadina e provinciale la scelta di realizzare uno spazio apposito destinato a questi argomenti potrebbe sembrare l’effetto di una sorta di moda tra le religiose bergamasche. Negli ultimi anni, infatti, hanno aperto i battenti diverse realtà di questo tipo: dal Museo dedicato al Beato Palazzolo e all’istituto delle Poverelle, a quello delle Orsoline di Gandino, fino al recentissimo MUGEC - Museo Santa Geltrude Comensoli voluto dall’Istituto delle Suore Sacramentine in memoria della loro Santa Fondatrice.

 

museo5Se però leggiamo in profondità nella scelta di fare memoria dell’insegnamento che giunge dal passato per costruire il presente, scopriamo che tutte queste realtà e, nel nostro caso il museo Maria Elisabetta Mazza, costituiscono dei tasselli narrativi utilissimi per ripercorrere e riscoprire la bellezza della fede cristiana che così generosamente è stata coltivata nella terra di Bergamo.

 

È stato il Vicario Generale, mons. Davide Pelucchi, ad inaugurare il museo con una santa Messa e con la benedizione dei locali, nella memoria del 61° anniversario della morte di Maria Elisabetta Mazza. Da un’altro suo discorso di inaugurazione citiamo quelle caratteristiche che il Comitato Scientifico del museo ha posto al centro del proprio lavoro, dare cioè a questo spazio lo scopo di custodire e raccontare una storia di fede che ha una triplice valenza: culturale, spirituale, pastorale.

 

Situato all’interno di casa Maria Elisabetta Mazza, in via Francesco Nullo, 48 a Bergamo, il museo si pone come doveroso omaggio alla figura dell’illuminata Serva di Dio che fece dell’educazione cristiana lo scopo della propria vita unitamente al sogno che ciò si realizzasse nell’Istituto. La scelta di collocare il museo proprio nel luogo ove riposano le spoglie mortali di Maria Elisabetta Mazza non è stata casuale, ma dettata dal desiderio di offrire a coloro che rendono omaggio a Bettina e a tutti coloro che si trovano, per vari motivi, a passare dalla casa, un luogo di riflessione e di affettuosa narrazione.

 

Attraverso un semplice percorso tra oggetti, documenti e essenziali ricostruzioni d’ambiente viene proposto al visitatore un itinerario che conduce dall’infanzia della Serva di Dio fino ai nostri giorni passando per le fasi più importanti della sua vita e della vita dell’Istituto.

 

Un filmato introduce alla visita che viene supportata da numerosi pannelli didattici e dalla presenza delle “reliquie” che ci parlano di Maria Elisabetta Mazza, della sua profonda spiritualità, della straordinaria visione pedagogica e del carisma che caratterizzarono la sua intera vita e permeano ancora oggi la quotidianità della Congregazione da lei fondata.

Poche ma pregiate opere d’arte si inseriscono nel percorso arricchendolo di significato.

 

Sono essenzialmente sette le tappe che, in questo piccolo spazio caratterizzato da semplicità ed essenzialità, costituiscono il percorso espositivo. La prima è dedicata all’infanzia e alla giovinezza di Bettina ed è seguita dalla semplice ricostruzione di un’aula degli anni ’30 dove è facile cogliere i metodi educativi, didattici e formativi dell’epoca. È in luoghi come questo che cresce l’attenzione all’integrità della persona e si forma lo straordinario pensiero di Maria Elisabetta Mazza che vede nella scuola il luogo privilegiato di formazione e crescita umana.

 

La terza sezione descrive la stanza da letto di Maria Elisabetta Mazza: luogo privilegiato di studio, riflessione e riposo, raccontando il lungo ed avvincente cammino che portò alla nascita dell’Istituto delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana. È seguita dallo spazio dedicato alla sua straordinaria spiritualità attraverso la ricostruzione del piccolo presbiterio della prima cappella domestica da lei ideata.

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Segue l’area dedicata al carisma e alla storia della Congregazione dalla fondazione ai giorni nostri. Non manca il luogo ove è descritta l’attività missionaria in Ecuador sia nella sua evoluzione che nelle sue caratteristiche essenziali. Un ultimo passaggio è destinato al cammino di canonizzazione di Maria Elisabetta Mazza e introduce idealmente ad una sosta presso la cripta nella cappella al piano inferiore.

 

Lasciando ai visitatori un giudizio critico sul risultato ottenuto si segnala comunque la particolare attenzione che si è avuta per gli aspetti illuminotecnici, di accessibilità ai diversamente abili e di sicurezza.

 

La visita risulterà particolarmente utile per quanti, in vari modi e a vari livelli, sono impegnati nella sfida educativa poiché introduce preziose argomentazioni circa il significato dell’elemento cristiano nella proposta educativa attuale.

Il museo è indicativamente visitabile tutti i giorni previa prenotazione telefonica al n. 035/217562. L’ingresso è gratuito.

Ulteriori informazioni possono essere richieste scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Un doveroso ringraziamento giunga da queste pagine a quanti, con la loro professionalità o nei modi più disparati, hanno permesso il concretizzarsi di questa realtà.

La speranza è che questo museo sappia essere autenticamente luogo di ispirazione per quanti lo visitano. Dunque non polveroso deposito, non un libro chiuso nella gelosia di pochi lettori, ma chiaro segnale per coloro che ieri come oggi affrontano la straordinaria sfida della missione educativa attraverso l’inossidabile modello di Maria Elisabetta Mazza. Nell’essenzialità dei piccoli questo museo non sia nient’altro che un dono a chi lo visita.

dott. Tomasini Silvio

 

Due opere d’arte introducono al museo

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La realizzazione del museo ha consentito di ripensare anche allo spazio della portineria di Casa Mazza ove sono state collocate due nuove opere d’arte che nella differenza di stili e materiali proposta dai due autori declinano con originalità l’omaggio alla Fondatrice.

La prima è un altorilievo in terracotta opera di Nicoli Michele, intitolato Maria Elisabetta Mazza, maestra tra terra e cielo. Nell’opera l’illuminata maestra della prima metà del XX secolo vede nell’educazione pubblica il palinsesto più prezioso per comunicare l’amore di Dio alle giovani generazioni. Un angelo, segno della divina ispirazione, la mette in comunicazione con la sfera celeste da dove la Madonna Assunta protegge l’attività di questa insegnante e dell’Istituto da lei fondato.

La colomba, segno dello Spirito Santo, è fonte del movimento che anima l’intera composizione. Nella parte inferiore Bettina accudisce due alunni giunti alla propria cattedra: è l’idea di una scuola autenticamente attenta alle necessità dei piccoli.

La seconda opera che costituisce il vero ingresso al museo è una grande vetrata policroma ideata da Bianchetti Franco.museo7

L’autore della composizione introduce con mirabile sintesi i concetti religiosi entro i quali si sviluppa la vicenda umana di Maria Elisabetta Mazza.

La dominante superficie blu, colore vibrante di forte valenza simbolica, esprime il senso di inquieta ricerca di purezza e Assoluto che ha accompagnato l’esistenza della Fondatrice. I sette frammenti di colore rosso sono l'immagine dei sette doni dello Spirito Santo che agiscono e danno senso, valore e speranza alla vita terrena, simboli dei piccoli gesti che fecondano la vita quotidiana.

Il telaio di ferro indica metaforicamente la condizione umana connotata dal senso del limite e della finitezza. Il segno della croce, parte del telaio situato nel punto di apertura della porta, indica la coincidenza tra uno strumento di morte e il compimento del messaggio cristiano che è apertura verso “l’oltre” e verso la vita eterna.